mercoledì 21 ottobre 2009

Si parla di Manuale Per Non Suicidarsi...

...su Junkiepop

A CHI SERVONO GLI ANNI ZERO?

Poco più di un anno fa eravamo qui a sbracciarci e strapparci il cuore, io almeno, per il disco dei Dadamatto. Sembrava una meteora una di quelle 2-3 cose che passano ogni cinque o sei anni e rendono chiara l’idea che gli anni 90 sono stati un passaggio verso qualche cosa e non verso il nulla.
Il Teatro degli Orrori rientrano nella stessa categoria.
Gli Shout anche.
Manuale per non suicidarsi, uscito per 42records, titolo che già di suo ha una matrice quasi letteraria, quasi Wallace-iana è un piccolo e prezioso breviario di generi, un milkshake con dentro stoner, surf, pop deviato, revisionismi rock cantautorali, punk cabaret e tinteggiature noise.
Ingredienti che dietro a una dose massiccia di ascolti, studi, vita di tutti i giorni, illusioni e disillusioni sono stati vomitati di getto in un cd di 12 tracce, accattivante e cattivo nel suo sminuzzare melodie, nel toglierti di bocca il ritornello che stavi per cantare e reimpostare la cosa nel rock di matrice Butthole Surfers e/o Queens of the stone age, a cui si sovreppongono testi che vanno dal nichilismo ad un realismo manipolato da psicofarmaci.
C’è tutto nel disco degli Shout, tutto quello che potevate pensare fosse rimasto chiuso nei vostri anni 90 e che viene lucidato impastoiato con il senso di inquietudine del nuovo decennio.
Un disco che sembra strillare “vaffanculo voi e gli anni zero, io voglio campare, in qualche modo”.
Ci sentiamo tutti un pochino meno soli.
Davvero

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