venerdì 4 dicembre 2009

Fuori Dal Mucchio anche noi!

Un disco di rock'n'roll cantato in italiano, per un’etichetta che fino a ora ha pubblicato dischi indie rock in inglese (o al limite le partiture strumentali di Gatto Ciliegia Contro Il Grande Freddo), è, se non un azzardo (stiamo pur sempre parlando di un mercato piccolissimo, ahimé), quantomeno una bella scommessa. Sembrerà banale dirlo, ma quelli di 42 ci hanno visto giusto anche questa volta, perché il debutto degli Shout, quartetto di Frosinone, è uno di quei dischi che, al di là della qualità del repertorio (comunque buona, in questo caso, con appena qualche – comunque divertente - riempitivo), funziona soprattutto grazie all'attitudine e alla capacità di comunicare attraverso la fisicità del suono. Rock'n'roll abbiamo detto, con uno spirito garage che attraversa l'intera scaletta: l'attacco alla Radio Birdman della bukowskiana “L'amore è un cane che viene dall'inferno” basterebbe da sola a spiegare quanto teorizzato qualche riga fa, ma tra le maglie di un suono compatto e crudo come pochi (perlomeno in questo momento, in questo luogo) c'è anche spazio per una ballata come “Oh My Darlin'”, o per i coretti beat de “Il mio amore nel frullatore”, una divertente storiella di amore cannibale, o ancora, per la travolgente schiacciasassi iniziale, “Cloro nel naso” monotona e tribale come i Monks che suonano Celentano. Se apprezzate i Tre Allegri Ragazzi Morti degli esordi o gli Altro, questo potrebbe essere il disco incosciente (ma niente affatto sprovveduto) che fa per voi.

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