venerdì 4 dicembre 2009

Fuori Dal Mucchio anche noi!

Un disco di rock'n'roll cantato in italiano, per un’etichetta che fino a ora ha pubblicato dischi indie rock in inglese (o al limite le partiture strumentali di Gatto Ciliegia Contro Il Grande Freddo), è, se non un azzardo (stiamo pur sempre parlando di un mercato piccolissimo, ahimé), quantomeno una bella scommessa. Sembrerà banale dirlo, ma quelli di 42 ci hanno visto giusto anche questa volta, perché il debutto degli Shout, quartetto di Frosinone, è uno di quei dischi che, al di là della qualità del repertorio (comunque buona, in questo caso, con appena qualche – comunque divertente - riempitivo), funziona soprattutto grazie all'attitudine e alla capacità di comunicare attraverso la fisicità del suono. Rock'n'roll abbiamo detto, con uno spirito garage che attraversa l'intera scaletta: l'attacco alla Radio Birdman della bukowskiana “L'amore è un cane che viene dall'inferno” basterebbe da sola a spiegare quanto teorizzato qualche riga fa, ma tra le maglie di un suono compatto e crudo come pochi (perlomeno in questo momento, in questo luogo) c'è anche spazio per una ballata come “Oh My Darlin'”, o per i coretti beat de “Il mio amore nel frullatore”, una divertente storiella di amore cannibale, o ancora, per la travolgente schiacciasassi iniziale, “Cloro nel naso” monotona e tribale come i Monks che suonano Celentano. Se apprezzate i Tre Allegri Ragazzi Morti degli esordi o gli Altro, questo potrebbe essere il disco incosciente (ma niente affatto sprovveduto) che fa per voi.

il link QUI

giovedì 26 novembre 2009

Recensione su Rockit.it

Imbracciare la forma affusolata di una chitarra elettrica, pigiare sul pedale del distorsore e dare una singola, vibrante pennata. Alzi la mano chi non ha mai provato la gioia incontenibile di un simile gesto, l'emozione dell'essere rockstar condensata in pochi secondi, la possibilità, anche minima, di andare ad affiancarsi alle centinaia di nomi che popolano un immaginario e/o gli scaffali di una camera da letto.

Inevitabile pensare a tutto ciò ascoltando l'esordio degli Shout, fresca irruenza giovanile che si manifesta di petto nel desiderio di convogliare le mille idee portate in dote dall'ascolto massiccio ed eterogeneo di tutto ciò che porta la parola "rock" nel dna. Non solo sfuriate ma occhiate curiose ed adoranti in qualsiasi direzione, canzoncine sisxties in salsa grunge, preghierine sarcastiche recitate davanti al letto da bambini che hanno il ghigno di chi sa che non andrà a dormire, psichedelia giocosa e mille influenze che cercano il loro posticino al sole. Si sente l'America, l'Inghilterra, ma anche tanta Italia, considerando che lo spirito di Manuel Agnelli aleggia spesso nell'atmosfera e che i sempiterni anni 90 fanno da vera base di partenza grattuggiando l'intero mood del disco.

Un approccio che riesce dunque a stupire piacevolmente e spinge istintivamente a dare credito a questi giovanotti, anche solo perché non si accontentano e rifiutano ogni paletto. L'unico limite è che, al momento, si tratta forse di un ascolto più interessante che godibile, a causa dell'eccessiva frenesia nel voler estrarre dal cilindro tutte le influenze di cui sopra, ma è semplicemente un problema di aggiustamento del tiro che regala comunque un'ottima impressione generale. Un plauso agli Shout e alla 42 Records che ha risolutamente deciso di spalleggiarli nel primo tratto della loro avventura nello spietato mondo della musica: una scommessa azzardata da appoggiare in pieno.

martedì 24 novembre 2009

Il caso Shout

Ovvero gli effetti negativi che ha la musica di noi giovani d'oggi sui giovani d'oggi!

martedì 17 novembre 2009

domenica 15 novembre 2009

informa giovani

Mi sono appena sporcato la felpa con l'olio caduto da un pezzo di pizza!

sabato 14 novembre 2009

uscire inutile uscire

Due signori col pizzetto stanno parlando tra loro,uno gesticola,l'altro ascolta, non capisco una parola. Ascolto la conversazione di due ragazzi seduti vicino a me che parlano di cose che non capisco, parlano di cose che non capisco proprio. Il locale è pieno di gente che parla e tutti insieme fanno solo rumore e non capisco le parole, poi arriva il dj e mette un disco dei Creedence Clearwather Revival, io esco fuori a fumare una sigaretta,al freddo!Porco Cane.

domenica 8 novembre 2009

Prova a metterti nei panni miei , che sono Stefano l’incoronato!


Certe volte il viaggio da casa mia al lavoro dura troppo poco,un quarto d'ora appena,l'ultimo quarto d'ora di libertà prima del...lavoro,appunto! Di solito,in quel quarto d'ora,ascolto qualche disco che so a memoria che è più rassicurante,che mi ricorda cose felici,altre volte ascolto dischi nuovi,raramente li scarico,spesso li compro,a scatola chiusa,prendendo anche inculature pesanti,pesaaanti!

Così ho scaricato Semper Biot,il disco di (Stefano)Edda(Rampoldi) e l'ho messo in macchina durante il tragitto per andare al lavoro,il tragitto che certe volte dura troppo poco perchè è ingiusto troncare l'ascolto di un disco solo per essere puntuali al lavoro,quando faranno qualcosa i sindacati?
Ero nel mood giusto per ascoltare Semper Biot,depressione mattutina di rito,post sbronza,inquetudine data dal maltepo,sonnolenza ecc...tutti umori che presumo siano adatti a un disco del genere,insomma ho apprezzato molto,molto,molto il disco di (Stefano)Edda(Rampoldi)!
Poi mi sono venute in mente un sacco di cose,del tipo "Se Edda non fosse stato il cantante dei Ritmo Tribale,l'uomo mito,il mito uomo,probabilmente questo disco sarebbe finito nel recensitoio inutile di qualche inutile web zine" poi ho pensato anche a Lou Reed e al suo Metal Machine Music....ma,beh,in realtà non c'entra un cazzo col disco di Edda!
Il punto è che probabilmente tutti i critici musicali del mondo non capiscono un cazzo e che ogni ascoltatore non capisce un cazzo e capisce più di tutti gli altri,ma sono ancora troppo giovane per pensarla in questo modo,prima che il tempo mi renda cinico,gretto,passatista e nostalgico dei miei tempi (o peggio ancora di tempi che non sono mai stati miei) prima di abbruttirmi e di diventare ancora più antipatico comprerò i dischi di tutti gli Edda del mondo!


mercoledì 4 novembre 2009

"Il reale mi dà l'asma" è un bel titolo!

Il problema è che non ho tempo per scrivere sul blog,su questo blog intendo.
Sto ascoltando i Carpacho in streaming su rockit.
Mi sono appena fatto la doccia.
Ho portato fuori la spazzatura.
E questo è tutto quello che ho da dire!

Umh...domani suoniamo alla Locanda Atlantide (Roma) con i Cat Claws,venite dopo le 11e30 a vedere i Cat Claws.
Adesso tolgo i Carpacho e mi guardo la terza stagione di Dexter!

lunedì 2 novembre 2009

giovedì 29 ottobre 2009

cinque canzoni cinque per guidare fino al lavoro


Three Girl Rhumba: Wire

Lover: Devendra Banhart
Buddy Holly: Weezer
Pass the Hatchet, I Think I'm Goodkind: Yo La Tengo
80's Life: The Good The Bad and the Queen




lunedì 26 ottobre 2009

Amarsi il venerdì!

Una volta ho bestemmiato al microfono durante un concerto e ho fatto la figura dello scemo,più che altro perchè ho bestemmiato ripetute volte azionando il delay al mixer che avevo collegato al microfono solamente per azionare un delay che mi serviva per fare una canzone che facevamo all'epoca (circa il 2007),perchè quella canzone bisognava di un delay,l'ho detto all'americana!
Comunque quella volta abbiamo suonato davanti a circa sei persone (6) e stavamo suonando per cercare di promuovere un vinile che avevamo fatto con i Mosquitos e i Be-Hive e un altro gruppo che si è sciolto il giorno dopo che è uscito il vinile.Ho bestemmiato perchè ero ubriaco ma di solito bestemmio pure da sobrio,specialmente il pomeriggio tra le 16:00 e le 19:30!Quel vinile poi,alla fine,ha venduto circa 15 copie,un pò perchè ce ne siamo fregati di promuoverlo un pò perchè lo abbiamo promosso male,anzi...non lo abbiamo promosso per niente!
Comunque quel vinile contiene una canzone bellissima degli Shout che si chiama Il Giorno Perfetto (si,come quella di Lou Reed...oppure come quella di Gianluca Grignani),che poi non abbiamo suonato più dal vivo perchè siamo incapaci.
Ah...e non l'abbiamo suonata più dal vivo perchè fondamentalmente era una canzone che abbiamo un pò improvvisato in studio e poi non ci ricordavamo più le parti,e...già siamo incapaci!
E' una canzone vecchissima comunque,che abbiamo regisrato nel 2005 circa,mi ricordo che un attimo prima stavamo litigando di brutto e l'attimo dopo la stavamo registrando!
Ci avete fatto caso che io e la grammatica non andiamo d'accordo?
Che beffa!
Comunque bestemmiare al microfono è da scemi!
Anche scrivere post come questo è da scemi,ma in alternativa potete sempre visitare youporn!

sabato 24 ottobre 2009

Non Ho Paura...

Il dottore mi ha detto che per evitare la masturbazione compulsiva un ottimo rimedio è giocare con pothoshop,possibilmente ascoltando I'm Not Afraid Of You And I Will Beat Your Ass degli Yo La Tengo!
Un altro rimedio alla masturbazione compulsiva invece è la masturbazione compulsiva!

mercoledì 21 ottobre 2009

Nerds Attack lo vede così....

QUI

Quattro giovani ciociari alle prese con il loro debutto discografico. Passo importante, spesso decisivo, difficoltoso nel momento di racchiudere una lasso di tempo della propria vita musicale (lungo o corto che sia), in una inevitabile “custodia” in plastica con un determinato limite di minutaggio. Gli Shout costruiscono una sorta di album-storia (si esatto proprio un concept) sulla sopravvivenza casalinga, superando (forse) quel limite. Un inno alla misantropia. Dunque un manuale per (tentare) di non suicidarsi. “Un microfono dentro un frullatore in una stanza piena di vinili”. E’ così che sinteticamente spiegano il sound della loro proposta. Ma in quella frase c’è la verità di un lavoro sinceramente troppo “colmo”. Troppo saturo. Di influenze, citazioni, riferimenti, ritagli, campionamenti, tutto frullato, appunto, e spalmato lungo dodici tracce. Una evidente prolissità che sposa una certa ostentazione nel voler dimostrare la propria cultura onnivora. Inutile, perchè i numeri da grande “squadra” gli Shout ce l’hanno eccome. A partire dai testi verbosi, ricchi e dissacranti. Trasversalità a doppio senso che tange l’hard rock, il rock’n'roll (dagli Stones ai BJM/Dandy Warhols), il pop sessanta, gli Afterhours, l’alternative corrosivo nirvaneggiante, un certo cantautorato (poco gentile) e litanie ossessive. Un difetto comune agli esordi. Ma sono dettagli che nulla tolgono alla nonchalance con la quale i quattro laziali sembrano muoversi all’interno del loro mondo “polveroso” e pieno di “fruscii”. Attesi da una futura prova, che sappia compendiare e puntare dritto al cuore. [***]

Vuoi il Manuale per non suicidarsi? Scaricalo. Decidi tu quanto pagare. Anche zero. Maledetto!

<a href="http://shout.bandcamp.com/album/manuale-per-non-suicidarsi">Cloro nel naso by Shout</a>

Si parla di Manuale Per Non Suicidarsi...

...su Junkiepop

A CHI SERVONO GLI ANNI ZERO?

Poco più di un anno fa eravamo qui a sbracciarci e strapparci il cuore, io almeno, per il disco dei Dadamatto. Sembrava una meteora una di quelle 2-3 cose che passano ogni cinque o sei anni e rendono chiara l’idea che gli anni 90 sono stati un passaggio verso qualche cosa e non verso il nulla.
Il Teatro degli Orrori rientrano nella stessa categoria.
Gli Shout anche.
Manuale per non suicidarsi, uscito per 42records, titolo che già di suo ha una matrice quasi letteraria, quasi Wallace-iana è un piccolo e prezioso breviario di generi, un milkshake con dentro stoner, surf, pop deviato, revisionismi rock cantautorali, punk cabaret e tinteggiature noise.
Ingredienti che dietro a una dose massiccia di ascolti, studi, vita di tutti i giorni, illusioni e disillusioni sono stati vomitati di getto in un cd di 12 tracce, accattivante e cattivo nel suo sminuzzare melodie, nel toglierti di bocca il ritornello che stavi per cantare e reimpostare la cosa nel rock di matrice Butthole Surfers e/o Queens of the stone age, a cui si sovreppongono testi che vanno dal nichilismo ad un realismo manipolato da psicofarmaci.
C’è tutto nel disco degli Shout, tutto quello che potevate pensare fosse rimasto chiuso nei vostri anni 90 e che viene lucidato impastoiato con il senso di inquietudine del nuovo decennio.
Un disco che sembra strillare “vaffanculo voi e gli anni zero, io voglio campare, in qualche modo”.
Ci sentiamo tutti un pochino meno soli.
Davvero

martedì 13 ottobre 2009

Nausea Moderna

L'autore del video si chiama Gianluigi Serra,è un nostro carissimo amico che sta vicino Cagliari.Che dio lo abbia in gloria per il resto dei secoli!



lunedì 12 ottobre 2009

L'entusiasmo è una perdita di tempo!

Salve a tutti,noi siamo gli Shout!
Una band inutile per taluni,una band interessante per tal'atri.Dal canto nostro l'unico motivo che ci spinge a suonare deriva dalla passione che abbiamo per la musica da quando,ancor fanciulli,ascoltavamo le porcherie che ci propinavano alla radio,ancor prima di scoprire l'esistenza di Elvis Presley!
Strana cosa scoprire prima il dj Molella e dopo Elvis...
Un altro buon motivo che ci spinge a suonare potrebbero essere le sovvenzioni statali che...ah già,non siamo in Norvegia!
...
Poi a un certo punto delle nostre noiose vite di provincia abbiamo deciso di mettere su una band,aprire un mutuo e registrare un disco.Nel frattempo sono successe cose,abbiamo incontrato persone...e quel disco viene pubblicato dalla 42 records.
Per il resto,citando Dorys Day:the future's not ours to see...que sera sera!
...
Stupido romanticismo!
Quello che vedete qui sotto è la testimonianza video delle registrazioni di quel disco,cazzate comprese.
Enjoy